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Taxa più rappresentati: Graminaceae Trifolium Euphorbia Silene

Sp. Galium anisophyllum

Gp. Galium pusillum

Gen. Galium

Fam. Rubiaceae

Div. gamopetale
Cla. Dicotiledoni
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Fusto verde o annerito con la disseccazione. F. generalm. gracile, glabro e liscio, con internodi med. lunghi 1-2 volte le fg.; stoloni brevi. Fg. in verticilli di 4-9 oblanceolato-lineari di (0.5)1-2(3) X (4)7-16(21) mm, 6-12 volte più lunghe che larghe, con largh. max. a ⅓-⅕ dall'apice e quindi bruscam. ristrette in punta sclerosa breve; lamina generalm. lucida; margine scabro, con dentelli patenti o rivolti verso la base. Inflor. corimbosa a ovoide; peduncoli 1-2 mm, diritti e ± patenti anche alla frutt.; corolla bianco-lattiginosa diam. 2-4 mm; fr. 1.2-1.8 mm, liscio o raram. tubercolato.

Orof. C- e S-Europ.

Alpi, dalla Carnia alla Lig.: C; App. Sett. e Centr., Pollino: R. - Bibl.: Ehrendorfer F., Uppsala Univ. Arskr. 1958,6: 176-181 (1958).

Osserv. - Come è chiaramente rappresentato dalla cartina di pag. 371, Sp. Galium anisophyllum può essere interpretato come un complesso poliploide molto ricco di forme, diffuso sulle Alpi, Carpazi, sulle montagne balcaniche ed Appennini. Le stirpi diploidi (2n = 22), che vanno interpretate come originarie, hanno una distribuzione assai disgiunta e risultano limitate ad aree di rifugio, rimaste al di fuori della glaciazione quaternaria. In Italia una di queste stirpi diploidi è diffusa sulle Alpi Orientali, ma soltanto sulle catene meridionali tra Adige e Adda; un'altra è localizzata sulle Alpi Graie e Cozie. Molto piùampiam. diffuse sono le stirpi tetraploidi (2n = 44), però anch'esse apparentemente hanno subito riduzioni dell'areale durante le glaciazioni, ed attualmente risultano disgiunte; stirpi tetraploidi in Italia si incontrano soprattutto sulle catene meridionali delle Alpi Orientali, e così pure nell'Appennino Centrale e Merid. Anche le stirpi esaploidi (2n = 66) presentano un areale frammentato sulle Alpi Settentr., Occid. e Merid. (ad es. Vallese - V. Aosta). I territori più intensamente interessati dalle glaciazioni, il cui ripopolamento è avvenuto essenzialmente durante il postglaciale sono occupati da una stirpe molto recente, altamente poliploide (2n = 88), la quale è in grado di ibridarsi con Sp. Galium rubrum (ovv. Sp. Galium centroniae) e Sp. Galium pumilum. Particolarmente interessante è la stirpe decapolide (2n = 110) dell'Appennino Sett., che si può ritenere derivata dalla combinazione tra popolazioni alpine esaploidi e popolazioni appenniniche tetraploidi. Nel complesso, la distribuzione regolarmente vicariante delle varie stirpi di Sp. Galium anisophyllum può dunque esser spiegata sulla base delle vicende climatiche del Pleistocene, con alternanza di periodi caldi e freddi, e conseguenti migrazioni floristiche e fasi di intensa speciazione. Per quanto riguarda l'Italia tuttavia, ancora molti dettagli sulla distribuzione delle stirpi di- e poliploidi andrebbero approfonditi. Sp. Galium anisophyllum dimostra, attraverso la propria area di distribuzione, come mediante un'evoluzione assai intensa, soprattutto con i meccanismi dell'ibridazione infraspecifica e della poliploidia, è stato possibile ad una specie unitaria (ancorché altamente polimorfa) di mantenere un areale continuo su tutte le zone montagnose dell'Europa Centr. e Merid. nonostante le trasformazioni indotte dalle glaciazioni.

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