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Taxa più rappresentati: Graminaceae Trifolium Euphorbia Silene

Sp. Gladiolus italicus

Gen. Gladiolus

Fam. Iridaceae

Cla. Monocotiledoni

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Bulbo con tuniche brune, in alto dissolventisi in fibre irregolarm. reticolate. Perigonio 4(3-5) cm con tubo poco incurvato; lacinie sup. ineguali, la centr. decisam. più lunga delle lat. e scostata da queste; lacinie inf. ± eguali, la centr. con una chiazza mediana bianca bordata di purpureo; antere 10-18 mm, a lobi basali ravvicinati, più lunghe del filam. corrispondente; stimmi spatolati, progressivam. ristretti alla base; capsula subsferica, 3solcata, con spigoli arrotondati; semi irregolarm. tetraedrici (3-4 mm), angolosi, senz'ali.

Euri-Medit.

In tutto il terr. : C, ma R sulle Alpi e Pad.

Nota - G. vexillaris Martelli si distingue per il perigonio di un rosa più chiaro e la lacinia centr. (fra le sup.) eretta e molto più sviluppata: osservato un'unica volta pr. Sassari a Cala du Pintore è pianta di dubbio significato.
Nelle popolazioni naturali, accanto ad individui con fi. ermafroditi si presentano abbastanza regolarmente anche individui a fi. femminili (cioè con antere abortive e perigonio di misure ridotte): essi sono stati descritti come G. guepinii Koch. Sp. Gladiolus italicus è un poliploide per il quale sono noti i numeri 2n = 120 e circa 170; non è noto se queste differenze corrispondano a variazioni morfologiche. Sp. Gladiolus italicus è conosciuto solamente come pianta infestante delle colture (oppure in ambienti marginali alle colture) e non sembra crescere in nessun tipo di vegetazione naturale. La sua presenza nel Mediterraneo potrebbe esser spiegata con un'introduzione accidentale dall'Asia assieme alla coltura del Frumento, oppure come fissazione di un genotipo mutato nel nuovo ambiente creato dall'attività colturale. Negli ultimi anni Sp. Gladiolus italicus tende a rarefarsi, forse per effetto delle mutate tecniche agricole.
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