Sp. Succisa pratensis
Fam. Dipsacaceae
Div. gamopetale
Cla. Dicotiledoni
Rz. obliquo, breve; f. eretto, cilindrico, pubescente almeno in alto, semplice o con 1-2 coppie di rami nella metà sup. Fg. basali con picciuolo alato (2-3 cm) e lamina lanceolata (2-3 X 6-8 cm), oscuram. dentellata, irsuta di sotto; fg. cauline lineari, ± dentate. Capolini dapprima sferici, alla fior, emisferici (diam. 1.5-2 cm), lungam. (4-15 cm) peduncolati; squame patenti, all'antesi superate dai fi.; pagliette lineari-spatolate, acute; corolla lillacina, 5-7 mm con 4 lobi (l'inf. allungato); stilo sporgente oltre la fauce; fr. (3 mm) irsuto per peli rivolti verso l'alto con involucretto ridotto a 4 denti e calice di 4-5 setole scure.
Eurosib.
Alpi: C; nel resto dell'It. Sett., Tosc, Umbria e Laz. nell'Agro Pontino: R; anche sulla Sila e forse sul Pollino.
Bibl.: Baksay L., Ann. Hist. Nat. Musei Nat. Hung. 2: 237-259 (1952).
Il rz. è interrotto, come «morsicato» (di qui l'epiteto praemorsa) oppure «tagliato sotto» (lat. succidere). Secondo la leggenda, esso è stato morso dal diavolo, per impedire all'umanità di godere delle mirabolanti virtù curative di questa pianta.
Eurosib.
Alpi: C; nel resto dell'It. Sett., Tosc, Umbria e Laz. nell'Agro Pontino: R; anche sulla Sila e forse sul Pollino.
Bibl.: Baksay L., Ann. Hist. Nat. Musei Nat. Hung. 2: 237-259 (1952).
Il rz. è interrotto, come «morsicato» (di qui l'epiteto praemorsa) oppure «tagliato sotto» (lat. succidere). Secondo la leggenda, esso è stato morso dal diavolo, per impedire all'umanità di godere delle mirabolanti virtù curative di questa pianta.