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Taxa più rappresentati: Graminaceae Trifolium Euphorbia Silene

Sp. Cenchrus incertus

Gen. Cenchrus

Fam. Graminaceae

Cla. Monocotiledoni

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Culmi prostrati o ascendenti, ramosi. Fg. con un ciuffo di peli (1-2 mm) nella zona della ligula, per il resto glabre o finem. pubescenti, con guaine compresse, le sup. rigonfio-spatiformi e lamina ± convoluta larga 4-6 mm; ligula di peli. Sp.tte appaiate dentro un involucro globoso, portante diecine di reste, che a maturità sono indurite, formando aculei spinosissimi; involucri in spiga su denti alterni della rachide; glume diseguali, di 2.5 e 5-5.5 mm rispettivam.; fi. inf. ( ♂ ) con lemma di 5 mm, fi. sup. con lemma di 6-7 mm; cariosside ovoide (2 X 2.5-3 mm), appiattita su un lato.

America Trop. e Subtrop.
Coste adriat. dal Venez. all'Abr., Versilia, Circeo, anche sulle sabbie della Dora pr. Torino: C.

Nota - Osservata per la prima volta pr. Venezia nel 1933 dal Béguinot e pochi anni dopo in Versilia, fino all'immediato dopoguerra era una specie relativam. rara: il suo espandersi è parallelo al boom del turismo balneare negli ultimi due decenni. Gli involucri si staccano in toto dall'inflor., assieme alle cariossidi; le spine acutissime li attaccano al pelo degli animali ed agli abiti, funzionando egregiamente da meccanismo di disseminazione: in questo modo Sp. Cenchrus incertus è diventata un'autentica piaga per i bagnanti ed i campeggiatori, danneggiando il turismo, che inizialmente ne aveva favorito la diffusione. La sostituzione della nobile flora dunicola, così ricca di problemi floristici ed ecologici, con questa malerba vituperata da tutti coloro che ne provano il contatto, rappresenta in maniera emblematica la degradazione delle nostre spiagge, sacrificate alla sete di guadagno di pochi profittatori. Sulla diffusione di questa pianta in Italia cfr. Grilli M, Giorn. Bot. hai 69: 184-190 (1963). Sull'attribuzione vi sono ancora incertezze: inizialmente l'avventizia italiana veniva indicata col binomio C. tribuloides L., più recentemente il Corbetta {Giorn. Bot. hai 71: 605-608,1964) la identificava con C. pauciflorus Benth. Il nome corretto di quest'ultima specie è C. incertus Curtis, come qui riportato. Però Cecconelli E. (Delectus Seminum et Sporarum Hort. Bot. Utin. n. 26. 1975) ritiene invece che le piante italiane vadano identificate con C. longispinus (Hackel) Fernald, anche in base alla monografia di De Lisle D. G., lowa State Journ. Se. 37: 259-351 (1963).
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