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Taxa più rappresentati: Graminaceae Trifolium Euphorbia Silene

Gen. Thymus

Fam. Labiateae

Div. gamopetale

Cla. Dicotiledoni

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Genere difficilissimo: le sp. Sp. Thymus striatus-Sp. Thymus pulegioides risultano ad un esame superficiale quasi eguali, ma in realtà presentano una serie di caratteri che, nelle varie combinazioni, permettono di individuare una serie praticam. infinita di tipi. Per questo nel secolo scorso furono descritte numerosissime sp.; un criterio sistematico unitario fu adottato dallo specialista viennese Ronniger (1871-1954), che tuttavia non pubblicò un lavoro riassuntivo in argomento. La nostra trattazione è stata elaborata a Vienna, con ampio controllo dell'Erbario Ronniger, e cerca di essere coerente alle idee di questo A.; se ne distacca essenzialm. per il considerare a livello di sp. solo le stirpi meglio caratterizzate sul piano morfologico (in tutto 17) riportandone altre 14, meno individuate, nelle note sulla variab. di ciascuna sp. Più differenziata, e difficìlm. comparabile con la nostra, è la trattazione di Lyka in Hegi, Ill. FI. Mitteleurop. 5,4: 2306-27 (1927). I dati della letteratura floristica italiana, quando non si tratti di materiale esaminato da Lacaita, Ronniger o Pawlowski (Fragm. Fior. Geobot. 12: 387-412 [1966]) sono scarsam. attendibili.
Recentem. Jalas (FI Europ. 3: 172-182, 1972) ha proposto uno schema del tutto nuovo, che rappresenta una notevole semplificazione rispetto a quello di Ronniger. Esso è fondato su un concetto più moderno di specie biologica e rappresenta dunque un progresso rispetto ai tentativi precedenti; tuttavia sul materiale italiano (al quale lo Jalas comprensibilmente non aveva dedicato uno studio particolare), questa interpretazione lascia aperti alcuni problemi. Nella fase attuale delle conoscenze ritengo dunque che un'applicazione acritica dei concetti di Jalas alla flora italiana risulterebbe dannosa, facendo perdere ogni ricordo di numerose stirpi speciali al nostro territorio, che dopo Ronniger nessuno ha più studiato criticamente. È preferibile dunque presentare uno schema derivato da quello di Ronniger, in modo da stimolare una indagine analitica dei nostri Timi, riservando in un secondo tempo la sintesi, che prevedibilmente potrà svilupparsi secondo i criteri indicati da Jalas. Si aggiunge qualche notizia pratica per la raccolta e la determinazione.
Racolta - È necessario raccogliere campioni che permettano di identificare il portam. della pianta, cioè f. completi dì apice vegetativo e di tutti i rami laterali.
Determinazione - Essenziale è il riconoscim. dei caratteri dei peli, la cui lunghezza media va misurata con un microscopio binoculare1; essi possono essere distribuiti tutt'at-torno al f. (olotrichi), oppure solo su facce opposte, alternate ad ogni internodio (anfìtrichi) o solo sugli angoli (goniotrichi); peli lunghi 0.5-1 mm e più sono di regola patenti, peli più brevi sono inclinati verso il basso (deflessi). Per quanto riguarda il portam. si distingue un tipo repente con f. strisicanti e radicanti terminati da un apice con sole fg., essendo i fi. tutti su rami lat. eretti, un tipo pseudorepente simile, ma nel quale anche l'apice è fiorifero, ed un tipo suberetto con f. non o solo brevem. striscianti. Più soggettiva è la valutazione dei nervi, che sono detti forti quando sulla pag. inf. sono rilevati e spiccano per il colore paglierino sul verde delle fg., sono detti deboli quando sono non o poco rilevati e ± verdi.
Ibridi - Quando due sp. crescono assieme è facile osservare piante di aspetto intermedio, generalm. interpretate come ibridi: non è sicuro che sempre si tratti di prodotti d'incrocio.
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