Sp. Phaseolus vulgaris
Gen. Phaseolus
Gp. Leguminosae II
Fam. Leguminosae
Div. coripetale superovarie a fg. alternate
Cla. Dicotiledoni
F. erbacei rampicanti, volubili. Fg. con 3 segm. ovato-acuminati (3-8 X 5-12 cm) provvisti di stipolette alla base. Racemi brevi; fi. (1-1.5 cm) generalm. appaiati su peduncoli eretto-patenti; corolle verde-giallastre screziate dì roseo o purpureo; vessillo ripiegato all'indietro; legume appiattito (1-2 X 5-15 cm), commestibile.
Amer.
In tutto il terr.
Storia - Il nome Fagiuolo deriva dal latino Phaseolus e dal greco Phaseolos, denominazioni che tuttavia erano un tempo usate per altri legumi, soprattutto Vigna. La coltura del Fagiuolo ebbe inizio in America (dal Perù alla California) ad opera degli Indiani precolombiani; già nel suo primo viaggio Colombo osservò la pianta e poco dopo il 1500 essa risulta introdotta in Spagna, per poi diffondersi in tutta l'Eurasia. Il Fagiuolo si coltiva per il seme (forse originariam. velenoso, in molte cultivar spesso indigesto) oppure per il baccello immaturo; si distinguono numerosissime forme.
Amer.
In tutto il terr.
Storia - Il nome Fagiuolo deriva dal latino Phaseolus e dal greco Phaseolos, denominazioni che tuttavia erano un tempo usate per altri legumi, soprattutto Vigna. La coltura del Fagiuolo ebbe inizio in America (dal Perù alla California) ad opera degli Indiani precolombiani; già nel suo primo viaggio Colombo osservò la pianta e poco dopo il 1500 essa risulta introdotta in Spagna, per poi diffondersi in tutta l'Eurasia. Il Fagiuolo si coltiva per il seme (forse originariam. velenoso, in molte cultivar spesso indigesto) oppure per il baccello immaturo; si distinguono numerosissime forme.