Sp. Carex brachystachys
Gp. Carex ferruginea
Gp. IX (Otricelli glabri, una spiga ♂ )
Gen. Carex
Fam. Cyperaceae
Cla. Monocotiledoni
Densam. cespugliosa; guaine basali intere brune e generalm. arrossate; f. trigono, liscio, gracile, generalm. pendulo. Fg. con lamina di 1 mm, strettam. conduplicato-canalicolata (diam. 0.3-0.6 mm), lunga spesso quasi quanto il f. Inflor. allungata, unilaterale; spighe lineari (3 X 20-30 mm) con 10-15 fi. spaziati; peduncoli capillari 2-6 cm o più; brattee fogliacee (3-7 cm), lungam. guainanti alla base; glume bruno-ferruginee; otricelli bruno-scuri, affusolati (0.7-1 X 3-4 mm), con becco allungato, glabri e senza nervi evidenti.
Orof. Sud-europ.
Alpi, dalla Carnia alla Lig.: R; una stazione nelle Marche al M. Nerone.
Nota - Un'antica segnalazione dal M. Morrone, non verificata di recente, appare dubbia. Nelle Alpi Or. viene generalm. considerata rara, ma localmente può risultare abbastanza diffusa, soprattutto nelle vallate prealpine, ai margini della glaciazione quaternaria; in questo ambiente è diffusa anche Sesleria varia, il che ha portato all'ipotesi (Pignatti E. and S., Vegetatio 30: 5-14, 1975) che le stazioni a Carex brachystachys abbiano funzionato da rifugio per le specie dei seslerieti durante le espansioni glaciali.
Densam. cespugliosa; guaine basali intere brune e generalm. arrossate; f. trigono, liscio, gracile, generalm. pendulo. Fg. con lamina di 1 mm, strettam. conduplicato-canalicolata (diam. 0.3-0.6 mm), lunga spesso quasi quanto il f. Inflor. allungata, unilaterale; spighe lineari (3 X 20-30 mm) con 10-15 fi. spaziati; peduncoli capillari 2-6 cm o più; brattee fogliacee (3-7 cm), lungam. guainanti alla base; glume bruno-ferruginee; otricelli bruno-scuri, affusolati (0.7-1 X 3-4 mm), con becco allungato, glabri e senza nervi evidenti.
Orof. Sud-europ.
Alpi, dalla Carnia alla Lig.: R; una stazione nelle Marche al M. Nerone.
Nota - Un'antica segnalazione dal M. Morrone, non verificata di recente, appare dubbia. Nelle Alpi Or. viene generalm. considerata rara, ma localmente può risultare abbastanza diffusa, soprattutto nelle vallate prealpine, ai margini della glaciazione quaternaria; in questo ambiente è diffusa anche Sesleria varia, il che ha portato all'ipotesi (Pignatti E. and S., Vegetatio 30: 5-14, 1975) che le stazioni a Carex brachystachys abbiano funzionato da rifugio per le specie dei seslerieti durante le espansioni glaciali.