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Taxa più rappresentati: Graminaceae Trifolium Euphorbia Silene

Sp. Mespilus germanica

Fam. Rosaceae

Div. coripetale superovarie a fg. alternate

Cla. Dicotiledoni

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Arbusto spinoso con rami giovani pubescenti. Fg. subsessili, con lamina lanceolata (2-4 X 6-12 cm), pubescente almeno di sotto; margine intero ovv. (verso l'apice) con qualche dentello ghiandolare; stipole ovato-acuminate. Fi. isolati (diam. 3-4 cm); sepali lesini-formi 10-16 mm; petali bianchi (10-12 mm); fr. bruno, piriforme (2-3 cm).

S-Europ.-Pontico (?).
In tutto il terr. (esci Cors.?): R e di dubbio indigenato.

Osserv. - La coltura, fiorente fino al secolo scorso, è ormai quasi abbandonata; nei boschi submediterranei invece Sp. Mespilus germanica è abbastanza diffuso, sia al piede delle Alpi che lungo la dorsale Appenninica, però sempre raro ed in individui isolati. L'indigenato della pianta in Italia viene negato dal Burnat (Fl Alp. Mar. 3: 158), che ritiene questa specie di origine orientale, opinione ripresa da Hegi (Ill. Fl Mitteleur. IV, 2: 741) secondo il quale Sp. Mespilus germanica sarebbe stato introdotto nell'It. Merid. solo nel 11° sec. a.C; Ball (Fl. Eur. 2: 73) ne ammette invece l'indigenato in Sic, Sard. e nell'It. Merid. Sui Colli Eug., Berici ed in Tosc. Sp. Mespilus germanica si comporta come specie perfettam. adattata all'ambiente, e vive anche ben lontano da ogni influenza antropica: se non vi è indigena, dobbiamo pertanto ammettere che l'uomo ha funzionato come fattore naturale di dispersione. La separazione rispetto al gen. Crataegus (col quale può anche ibridarsi) non è completa.
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