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Taxa più rappresentati: Graminaceae Trifolium Euphorbia Silene

Gen. Rubus

Fam. Rosaceae

Div. coripetale superovarie a fg. alternate

Cla. Dicotiledoni

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Solamente poche specie della nostra flora si riproducono normalm. per via sessuale: di queste Sp. Rubus idaeus, Sp. Rubus ulmifolius, Sp. Rubus canescens e Sp. Rubus incanescens sono diploidi a 14 cromosomi, mentre Sp. Rubus saxatilis e Sp. Rubus caesius sono tetraploidi (2n = 28). Queste sono specie «normali», in generale molto abbondanti in natura, che si presentano in popolazioni compatte e che (a prescindere da una modesta variab. individuale) appaiono di aspetto sostanzialm. eguale in tutto il nostro territorio. Le altre specie hanno 21, 28, 35, 42 cromosomi e sono in gran parte ibridogene. Si presentano solo di rado ed in maniera discontinua, spesso in popolazioni numerose, ma per lo più isolate e risultano di interpretazione molto difficile. Queste specie ibridogene si mantengono soprattutto mediante apomissia facoltativa: le barriere fra l'una e l'altra non sono tuttavia complete, così si incontrano frequentem. ibridi primari, generato, con ridotta fertilità, a volte però in grado di produrre polline e frutti normali e di fissare mediante apogamia i loro caratteri; possono pertanto di continuo formarsi nuovi tipi, che sono (almeno entro certi limiti) stabili e con riproduzione sessuata. La fase di intensa ibridazione e segregazione di nuove specie si è svolta essenzialmente nell'Europa occidentale, probabilm. in epoca recentissima (postglaciale); i rapporti sono ora talmente intricati, da poter solo con difficoltà esser paragonati a quanto è noto in via normale per le Angiosperme. Il più antico inquadramento del genere, dovuto a Linneo, riunisce i Rovi della nostra flora in 4 specie: Sp. Rubus saxatilis,Sp. Rubus idaeus,Sp. Rubus caesius e R. fruticosus L., nel quale erano incluse le sp. Sp. Rubus phoenicolasius-Sp. Rubus gracilicaulis; questo schema è stato conservato nelle sue linee generali nelle flore italiane di Fiori e Paoletti (1898) e di Fiori (1924). Gli AA. dell'Europa Centr. hanno invece accentuata l'analisi della variabilità di questo gruppo, elaborando una scienza particolare (Batologia) e descrivendo oltre 2000 sp., almeno un decimo delle quali raggiunge l'Italia, territorio in posizione periferica rispetto all'area della più intensa speciazione. Uno sguardo sintetico è stato reso possibile dalle opere del Focke (Species Ruborum, 1910-1914) e del Sudre {Rubi Europae 1908-1913), purtroppo assai divergenti fra loro; nella redazione del Focke, o ispirate a questa, sono le flore germaniche di Ascherson et Graebner (1902-1903) e di Hegi 1ª ediz. (1923) e 2ª ediz. (1964-1965); derivati dal Sudre invece la redazione di Heslop-Harrison in FI. Europaea (1968), i contributi di Hruby in Zeitschr. Màhr. Landesmus. Briinn (1941-1943) ed anche la presente trattazione. Lo studio del Weber infine affronta criticamente il gruppo, e permette il chiarimento di molti problemi tassonomici e nomenclaturali: purtroppo esso è limitato all'Europa atlantica e soltanto poche tra le specie della nostra flora vengono trattate; il Weber ha anche riveduto criticamente il nostro manoscritto per questa flora.
Le sp. da noi riportate sono quelle comunem. riconosciute dagli AA. europei ed a vasta distribuzione; sp. strettam. localizzate ed ibridi sono elencati (in corsivo come /b, /c, etc.) solo saltuariam. e se noti per l'It.; essi a volte non entrano nelle chiavi analitiche: abbiamo riportato anche parecchie specie la cui segnalazione per l'Italia è certam. erronea, perché è verosimile che ad esse corrispondano stirpi realm. esistenti, forse nuove oppure non ancora segnalate per il nostro territorio. La determinazione potrà in generale esse spinta solo fino ai «gruppi» (corrispondenti a Sezioni, Sottosezioni e Serie di Fl. Eur.); per individuare le sp. elementari sarà opportuno disporre di una collezione ampia, che dia un quadro dettagliato di tutta la variabilità del genere in un certo territorio, e comparare questa con descrizioni complete (non semplici chiavi analitiche!), reperibili nelle opere specializzate sopra citate. Le sp. Sp. Rubus phoenicolasius-Sp. Rubus gracilicaulis sono trattate, salvo le più diffuse, in modo del tutto sommario e ne vengono omessi nome italiano, altezza, descrizione, habitat, limiti altimetrici, fioritura (per tutti V-VIII) e distribuzione geografica. La distribuzione italiana è mal nota: vengono riportate dapprima le località verificate da specialisti, quindi come «segnalato anche a...» tutte le altre derivanti dalla letteratura; le sp. segnalate da Burnat per le Alpi Maritt. e da Pospichal per il Goriz., Trieste, ed Istria sono riportate anche se osservate al di fuori dei nostri confini politici.
È del tutto illusorio sperare di riconoscere le sp. di Rovi in natura (salvo 1344 e 1345): lo studio va sempre fatto a tavolino, su esemplari raccolti secondo i criteri seguenti (Hegi):
  1. Raccogliere
    1. la porzione centrale di un pollone (getto dell'annata, non fiorifero) con 1 fg. ben sviluppata;
    2. un'inflor. lunga 2-3 dm, staccata dal f. principale, con almeno alcuni fi. appassiti per osservare la posizione dei sepali; i fr. non sono necessari.
  2. Annotare
    1. per le diverse posizioni del pollone (base, centro, apice) la sezione (circolare, ± angolosa) e le condizioni di glaucescenza, pelosità, ghiandole, aculei;
    2. colore dei petali, degli stami e dello stilo.
  3. Seccare a parte qualche petalo ben disteso.
  4. Assicurarsi che tutte le parti provengano da un'unica pianta e non vengano mescolate con altre collezioni dello stesso giorno.
  5. Annotare gli altri Rovi crescenti nelle vicinanze.
Manoscritto commentato criticamente da H. E. Weber (Osnabrück), che qui si ringrazia.
Questo binomio, fondato su una mescolanza fra due specie, va abbandonato.

SPECIE DUBBIE O DA ESCLUDERE
R. agrestis W. et K.
R. ambifarius P. J. Müller
R. amplifolius Sudre
R. assurgens Boul. et Bov.
R. bastardianus Genev.
R. brachybotrys Focke
R. bruginoensis Evers
R. caldesianus Focke
R. coloratus Gremii
R. conglomeratus Hruby
R. crassus Holuby
R. holandrei P. J. Müller
R. horridulus P. J. Müller
R. lamprophyllus Gremii
R. lindebergii P. J. Müller
R. linkianus Ser.
R. macroacanthus Weihe et Nees
R. macrostemonoides Fritsch
R. tninutiflorus P. J. Müller
R. mougeotii Billot
R. nemorosus Hayne
R. patens Merc.
R. persicinus Kerner
R. psammophylus (Genev.) Hruby
R. rusticanus Merc.
R. sabinus Evers
R. semitomentosus Borbäs
R. spinosissimus P. J. Müller
R. subtomentosiformis Hruby
R. transalpinus Brugg.
R. tridentinus Evers
R. vejentinus Evers
R. vezzanensis Evers
R. wahlbergii Arrhenius
R. wettsteinii Petrak
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