Sp. Atropa belladonna
Fam. Solanaceae
Div. gamopetale
Cla. Dicotiledoni
Pianta fetida e vischiosa (!). Rd. ingrossata; f. glabro, con rami allargati. Fg. alterne con picciuolo di 1-2 cm e lamina ovale-lanceolata (5-9 X 10-15 cm), intera a irregolarm. crenata o lobata, ± arrotondata all'apice. Fi. a 1-3 all'ascella delle fg. sup.; peduncolo 10-18 mm, generalm. arcuato; calice con tubo di 5-6 mm e denti di 4-5 mm; corolla 15-24(-30) mm, bruno-violetta, all'interno giallastra con vene scure; bacca nera, lucida, sferica (diam. 15-20 mm).
Medit.-Mont.
In tutto il terr.: R; manca quasi ovunque nella Pad. (forse scomparsa per bonifiche e colture?) e nell'area mediterranea.
Nome medievale, derivato dall'uso cosmetico: le donne italiane del tempo usavano Sp. Atropa belladonna per provocare la dilatazione della pupilla (midriasi), così da avere occhi neri splendenti. Però quest'uso, che danneggia la vista, si mantiene oggi solo in oculistica.
Medit.-Mont.
In tutto il terr.: R; manca quasi ovunque nella Pad. (forse scomparsa per bonifiche e colture?) e nell'area mediterranea.
Nome medievale, derivato dall'uso cosmetico: le donne italiane del tempo usavano Sp. Atropa belladonna per provocare la dilatazione della pupilla (midriasi), così da avere occhi neri splendenti. Però quest'uso, che danneggia la vista, si mantiene oggi solo in oculistica.