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Taxa più rappresentati: Graminaceae Trifolium Euphorbia Silene

Gp. Viola calcarata

Gen. Viola

Fam. Violaceae

Div. coripetale superovarie a fg. alternate

Cla. Dicotiledoni
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Queste Viole sono collegate tra loro da un aspetto comune e simile ecologia; esse si ritrovano, nell'una o nell'altra specie, in tutte le zone montuose d'Italia (fatta eccezione per parte delle Alpi Orientali) e si distinguono solo per caratteri poco evidenti, ma costanti e ben correlati alla distribuzione geografica. Vennero interpretate da Fiori come un'unica specie altamente polimorfa, il che risulta insostenibile alla luce delle conoscenze attuali. Questo gruppo comprende infatti numerose specie distribuite essenzialmente sui sistemi montagnosi di orogenesi terziaria ed ha avuto una intensa differenziazione sulle montagne dell'Europa Merid. (Pen. Iberica, Italia ed Isole, Balcani e Grecia) e dell'Africa Sett. Le cartine alle pagg. 110 e 111 danno un'idea dei livelli cromosomici noti per il gruppo e della distribuzione delle singole entità.

Bibl.: Merxmuller H., Phyton 16: 137-158 (1974); id. und W. Lippert, Min. Bot. Staat-samml. Munchen 13: 503-525 (1977).

La maggioranza delle specie presenta 2n = 20 oppure 2n = 40 e può venire interpretata come una o più serie poliploidi con base 10 (o forse con base 5, in quanto su 2279 è stato osservato 2n=10). Queste Viole a base 10 sono diffuse principalmente in due zone: Alpi Occid.-Appennino Sett. e Appennino Merid.-Sicilia, mancano invece nell'Appennino Centr.; con areali localizzati compaiono anche in altre parti del nostro territorio.
Nell'Appennino Centr. e nelle zone finitime del Napoletano fino ai Monti di Castellammare compaiono invece due specie polimorfe (in tutto almeno 4 entità) con 2n = 34, un numero che non sembra spiegabile in base alle conoscenze attuali sulla cariologia del gruppo. In realtà per le Viole della Sez. Melanium (Sp. Viola nummulariifolia-Sp. Viola parvula) sono note oltre alla serie con base 10 (5) anche altre serie con base 7, 8, 11 e 12; da esse sarebbe possibile derivare pure una serie ibridogena con base 17 (es. 5 + 12 oppure 10 + 7), però questa sinora rimane un'ipotesi fantasiosa, non suffragata da dati di fatto. Altre Viola a base 17 si presentano sporadicamente dalla Pen. Iberica al Caucaso e forse nell'Asia Centr. Un problema ulteriore sono le Viola con base 26, che compaiono tanto in Sic. (Sp. Viola munbyana) che sul sistema Sardo-Corso ed Elba (Sp. Viola corsica). L'origine di V. munbyana (Sp. Viola munbyana) veniva ipotizzata già in Merxmuller 1974 da una combinazione 34 + 20 (meno 2) cioè per (ipo)anfidiploidia tra una stirpe a 2n = 34 affine a Sp. Viola pseudogracilis ed una a 2n = 20 affine a Sp. Viola nebrodensis. Il problema tuttavia resta aperto, in quanto su V. munbyana proveniente dal Marocco (Rif) è stato invece contato 2n = 20, quindi un numero differente da quello della popolazione siciliana (2n = 52); inoltre resta da chiarire lo stato della subsp. lutea (cfr. Sp. Viola munbyana, Variab.).
Per quanto riguarda V. Corsica (Sp. Viola corsica), essa costituisce una serie poliploide con 2n = 52 e 2n=104; il Merxmuller ipotizzava (1974) un'origine analoga da una stirpe a 2n = 34 e da una allora ancora ipotetica stirpe a 2n = 20. Successivamente (1977) questa stirpe a 2n = 20 veniva anche scoperta dallo stesso Autore in Liguria ed identificata con V. bertolonii (in precedenza erroneamente indicata come pianta a 2n = 40): questa pre-ditività rende l'ipotesi altamente verosimile.
Altri problemi restano ancora aperti, come l'identificazione esatta della Viola del Gargano (cfr. Sp. Viola graeca); soprattutto, finora manca un modello generale per l'interpretazione della filogenesi del gruppo sulle montagne sudeuropee.
Di fronte a questo elevato polimorfismo (per lo più legato ad aree di rifugio ricche d'endemismo relitto) viene spontanea l'ipotesi che si tratti di un gruppo molto antico. Va tuttavia tenuto presente che l'habitus di queste piante con getti plagiotropi e senza parti lignificate (passaggio verso l'annualità, che si realizza in Sp. Viola tricolor-Sp. Viola parvula) appare fortemente differenziato e certo tutt'altro che primitivo. Anche la diffusione di Sp. Viola calcarata su aree sicuramente coperte dalle glaciazioni quaternarie fa ritenere verosimile che questa specie abbia raggiunto le sue sedi attuali solo in epoca recente e comunque postglaciale. Anche parecchie Viola montane del Mediterraneo (Sp. Viola graeca, Sp. Viola aethnensis, Sp. Viola pseudogracilis, Sp. Viola eugeniae) sono diffuse nei pascoli aridi, cioè in ambienti che prima della venuta dell'uomo erano coperti da formazioni forestali nei quali la presenza di queste Viole non era possibile per motivi ecologici. Sembra dunque di poter concludere, che ci troviamo di fronte ad un ceppo molto antico, che però solo in epoca recente ha avuto una intensa differenziazione, collegata all'azione umana e forse proprio per questo risulta così difficile interpretarne la filogenesi.

NUMERI CROMOSOMICI
Sp. Viola valderia. V. valderia 2n = 20
Sp. Viola calcarata. V. calcarata subsp. a 2n = 40 subsp. zoysii 2n = 40 subsp. villarsiana 2n = 40 subsp. cavalieri 2n = 40
Sp. Viola bertolonii. V. bertolonii ,2n = 20
Sp. Viola corsica. V. Corsica subsp. a 2n=104 subsp. ilvensis 2n = 52 subsp. limbarae 2n = 52
Sp. Viola graeca. V. graeca 2n = 20
Sp. Viola aethnensis. V. aethnensis subsp. a 2n = 40 subsp. messanensis 2n = 40 subsp. splendida 2n = 40
Sp. Viola nebrodensis. V. nebrodensis 2n = 20
Sp. Viola munbyana. V.munbyana 2n = 52
Sp. Viola pseudogracilis. V. pseudogracilis subsp. a 2n = 34 subsp. cassinensis 2n = 34
Sp. Viola eugeniae. V. eugeniae subsp. a 2n = 34 subsp. levieri 2n = 34
Sp. Viola dubyana. V. dubyana 2n = 20
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