Piante delle montagne con capolini isolati, portati da rami allungati, incurvati in alto. Gruppo difficile, per l'esistenza di numerose stirpi debolm. differenziate e quasi sempre collegate da intermedi, il che fa supporre tra di esse un'ampia ibridabilità; sono noti inoltre ibridi con
Sp. Carduus acanthoides,
Sp. Carduus litigiosus e
Sp. Carduus personata, il che complica ulteriorm. il quadro. La nomenclatura è incredibilmente confusa; quella qui adottata corrisponde all'interpretazione di Hegi, Hess u. Landolt ed Amarai Franco in Flora Europaea, mentre il monografo Kazmi ritiene che il binomio di
Sp. Carduus defloratus vada applicato a
Sp. Carduus carlinaefolius e quello di
Sp. Carduus carlinaefolius sia sinonimo di
Sp. Carduus medius; per queste ragioni le indicazioni provenienti dalla letteratura sono scarsamente utilizzabili. Sulle Alpi Or. sembra che la «stirpe basale» possa essere individuata in
Sp. Carduus defloratus (a), che vive nelle stazioni di rifugio al margine delle Alpi ed è dunque verosimilm. di origine preglaciale: è pianta rupestre, diploide a 2n = 18. Da essa potrebbero essere derivate le altre stirpi, tutte diploidi con 2n = 22, adattate a stazioni meno esclusive (pendii franosi, ghiaioni, pascoli alpini) ampiam. distribuite nelle catene centrali delle Alpi: la loro diffusione è postglaciale, quindi relativam. recente. Quasi nulla è possibile dire del parallelo sviluppo sull'Appennino. - Bibl.: Gugler W., Min. baver. hot. Ges. 2: 136-140, 145-156 158-172 (1908-1909); Briquet J. et CavillierF. in Burnat E., Flora des Alpa Maritimesl: 69-83 (1931); Arènes J., Monde des Plantes 251'-258 (1949); Favarger C. et Kupfer P., Ber. Schweiz. Bot. Ges. 80: 269-288 (1968).