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Taxa più rappresentati: Graminaceae Trifolium Euphorbia Silene

Sp. Nananthea perpusilla

Gp. II

Fam. Compositeae

Div. gamopetale

Cla. Dicotiledoni
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Simile a Leucanthemum, ma annua, con fg. divise; capolini minimi; squame in 1 serie; fi. ligulati pochi (4-10, raram. 0); fi. tubulosi 4meri. - Bibl.: Desole L., Webbia 15: 111-139 (1959).

F. striscianti, con rosette ai nodi. Fg. tutte basali, grassette, a contorno spatolato (2-3 X 10 mm), pennatosette con 1-2 coppie di lobi profondi su ciascun lato. Scapo glabro, con un capolino (diam. 7 mm) ; involucro cilindrico all'antesi, poi appiattito; fi. periferici ligula ti bianchi (1x3 mm); fi. tubulosi gialli.

Endem.
Sari a Porto Scuso e Stimino, piccole Is.pr. la Sard, e Cors.: RR; areale a pag. 240.

Nota - Una delle più piccole piante della flora italiana. Minuscola per dimensioni, ma di grande significato fitogeografìco: essa si ricollega al gen. Cottila L. (soprattutto Australia e Sudafrica) e più strettam. ad una serie di generi monotipici quali Ischnea F. v. Miiller (Nuova Guinea), Ceratogyne Turcz. (Australia), Dimorphocoma F. v. Miiller et Tate (Australia), Polygyne Phil. (Cile). Anche Nananthea DC. è genere monotipico e forse l'ultimo sopravvivente, nella flora europea e mediterranea, delle forme ancestrali di Chrysanthemum L., Tanacetum L., Leucanthemum DC, che verosimilm. hanno pure origine sudafricana o australiana. La grande specializzazione e riduzione di ogni carattere fa ritenere che si tratti del risultato di una linea evolutiva indipendente, ormai prossima all'estinzione. La distribuzione geografica di Sp. Nananthea perpusilla appare enigmatica: essa è nota solo per le piccole isole del sistema Sardo-Corso e, cioè, Is. S. Pietro e Piana (a SW della Sard.) ed Is. Sanguinarie, Is. Lavezzi e Cavallo, Is. Mortorio e Maddalena (qui scomparsa) tutte in prossimità della Sard. Sett.; nelle isole maggiori è nota solo per Stintino, che, unito alla Sard. solo da un sottile istmo, ha del resto caratteristiche del tutto peculiari. L'ipotesi di Fiori (in Schedae ad FI. Ital. Exs. n. 1371), che la specie «sia sopravvissuta in queste piccole isole, perché non si trovò a lottare con altre specie concorrenti...» sembra fornire una ragionevole spiegazione.
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