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Taxa più rappresentati: Graminaceae Trifolium Euphorbia Silene

Sp. Berardia subacaulis

Gp. I

Fam. Compositeae

Div. gamopetale

Cla. Dicotiledoni
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Come Carduus, ma pianta erbacea non spinosa con f. subnullo e fg. intere; capolino unico; squame in 2-3 serie; pappo con peli avvolti a spirale.

Rz. strisciante spesso un dito e lungo fino a 80 cm; f. subnullo. Fg. in rosetta, le inf. con picciuolo di 2-5 cm e lamina ovata, subrotonda o cordata (5-10 cm), bianco-cotonose di sotto e sparsam. tomentose di sopra; fg. sup. più strette. Capolino unico (diam. 3.5-6 cm); involucro emisferico; squame lanose, lanceolate, intere; corolla gialla con tubo di 7 mm, fauce di 5 mm e lacinie di 2 mm; acheni prismatico-trigoni, 10 mm; pappo 12-17 mm.

Subendem.
A. Cozie e Maritti. : R. Anche nelle Alpi Francesi.

Nota - Elenchi dettagliati delle località nelle quali Sp. Berardia subacaulis è stata osservata possono venire trovati in Briquet et Cavillier in Burnat, FI. Alp. Mar. 7: 235-244 (1931) e Markgraf, Jahrb. Ver. Sch. Alpenpfl. u.-Tiere 32: 73-85 (1967). L'areale in It. si estende da Bardonecchia alla zona d'Ormea e comprende le catene calcaree pr. il confine nelle zone di Bardonecchia, Oulx, Cesana Torinese, Acceglio (dal M. Chambeyron al Colle d. Mulo), M. Enciastraia, Alpi di Tenda, Cima Revello e Pizzo di Conoia pr. Ormea; ben più sviluppato è l'areale sul versante francese, raggiungendo le zone di Digne, Gap e Grenoble; non ci risulta che Sp. Berardia subacaulis sia stata finora osservata nella Lig. vera e propria. Un'antica segnalazione del Biroli ( 1808) per la Val Divedrò (versante italiano del Sempione) è stata fonte di non pochi errori: così il Fiori indica Sp. Berardia subacaulis «dall'Ossola alle A. Mar.», il che è indubbiam. esagerato, e l'autorevolissimo Hoffmann, Naturi. Pflanzenfama, 5: 340 ( 1893) scrive addirittura: «...in den Alpen der Lombardei etc.»; questa indicazione è stata giustam. rifiutata da Briquet e Cavillier, anche sulla fede del Chiovenda, ottimo conoscitore della flora ossolana, però Markgraf segnala di aver visto nell'Erbario di Torino un esemplare con l'annotazione anonima «valle di Vedro raram. rivi»; solam. un'attenta ricerca su queste impervie, ma splendide montagne potrebbe chiarire l'interessante problema fitogeografico.
I collegamenti filogenetici del gen. Berardia Vill. sono controversi: il gen. comprende una sola specie, che gli Autori più antichi consideravano vicina a Onopordon L. successivam. Hoffmann lo incluse fra le Mutisieae Gochnetinae, gruppo di Composite comprendente 27 generi concentrati principalm. sulle Ande, nell'Africa trop. ed Asia trop., del quale Sp. Berardia subacaulis risultava l'unico rappresentante europeo; l'esistenza di Warionia Benth. et Hoocker, un'altro genere monotipico di Mutisieae, in prossimità del Mediterraneo (Sahara algerino) ha fatto ipotizzare un'origine sahariana anche per Sp. Berardia subacaulis, appoggiata anche all'osservazione (in sé corretta) delle affinità ecologiche fra l'ambiente desertico, e quello delle alte montagne (cfr. Sp. Leontopodium alpinum). Le osservazioni più recenti sembrano al contrario confermare l'affinità con generi nostrani quali Onopordon L. e Jurinea Cass. il che non diminuisce il significato di questa pianta, uno dei 3 generi endemici nelle Alpi (cfr. Sp. Rhizobotrya alpina e Sp. Hladnikia pastinacifolia) e fra i tre senz'altro il più importante come vastità di areale ed isolamento tassonomico. Anche se l'origine sahariana oppure andina appaiono oggi poco verosimili, sembra fuori di dubbio che Berardia Vili. rappresenti la testimonianza di una lunghissima evoluzione avvenuta in condizioni di completo isolamento.

Bérard, (sec. XVIII) botanico di Grenoble, compose una flora illustrata del Delfinato rimasta inedita.
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