Sp. Astragalus centralpinus
Gen. Astragalus
Gp. Leguminosae IV
Fam. Leguminosae
Div. coripetale superovarie a fg. alternate
Cla. Dicotiledoni
F. eretto, scanalato, semplice, con peli patenti. Fg. (15-25 cm) a 35-45 segm. lanceolati (i maggiori di 8 X 25 mm); stipole lesiniformi, le maggiori di 6 x 25 mm. Racemi densi, ovoidi (4X7 cm), sessili all'asc. di 2-3 fg. sup.; corolla gialla; vessillo 7 x 20 mm; legume 18 mm (con i rudimenti persist. della corolla disseccata), avvolto da peli lanosi biancastri.
Orof. Alpico-Eurasiat.
V. Aosta: RR. - Bibl.: Pampanini R., N. Giorn. Bot. Ital. n.s. 14 (155 pagg.) (1907).
Nota - Specie rarissima (per la distribuzione e la storia della sua scoperta cf. la Flora Valdostana del Vaccari). per lungo tempo indicata come A. alopecuroides L. (= A. narbonensis Gouan: Spagna e Languedoc) il cui areale principale si estende sulle alte montagne eurasiatiche (Caucaso, Kazakistan. Aitai, Alatau). In Europa poche stazioni fortem. disgiunte: Delfinato, V. Aosta, Rodope. In V. Aosta è ovunque rarissima, in molti luoghi scomparsa o ridotta a pochi individui: ìa sua conservazione è affidata al senso di responsabilità del naturalista, che dovrebbe impedirne comunque la raccolta. La splendida bellezza di questa pianta, nel maestoso scenario delle alte Alpi, ha indotto il canonico valdostano Carrel a chiamarla «le roi des Astragales». Sulla distribuzione cfr. anche Becherer L., Verh. Naturf. Ges. Base! 74: 62-66 (1963); Peyronel B., Giorn. Boi. Ital. 71: 691-695 (1964).
Orof. Alpico-Eurasiat.
V. Aosta: RR. - Bibl.: Pampanini R., N. Giorn. Bot. Ital. n.s. 14 (155 pagg.) (1907).
Nota - Specie rarissima (per la distribuzione e la storia della sua scoperta cf. la Flora Valdostana del Vaccari). per lungo tempo indicata come A. alopecuroides L. (= A. narbonensis Gouan: Spagna e Languedoc) il cui areale principale si estende sulle alte montagne eurasiatiche (Caucaso, Kazakistan. Aitai, Alatau). In Europa poche stazioni fortem. disgiunte: Delfinato, V. Aosta, Rodope. In V. Aosta è ovunque rarissima, in molti luoghi scomparsa o ridotta a pochi individui: ìa sua conservazione è affidata al senso di responsabilità del naturalista, che dovrebbe impedirne comunque la raccolta. La splendida bellezza di questa pianta, nel maestoso scenario delle alte Alpi, ha indotto il canonico valdostano Carrel a chiamarla «le roi des Astragales». Sulla distribuzione cfr. anche Becherer L., Verh. Naturf. Ges. Base! 74: 62-66 (1963); Peyronel B., Giorn. Boi. Ital. 71: 691-695 (1964).