Uno straordinario polimorfismo caratterizza questo gruppo, nel quale almeno una dozzina di tipi appaiono sufficientem. stabili per esser descritti come sp., pur rimanendo iargam. ibridabili fra loro e collegati da intermedi. Una trattazione analitica dei singoli tipi riesce confusa e molti Autori anche recenti preferiscono ritornare al concetto unitario linneano (es. Thell. in Hegi, Ill. Fl. Mitteleur. 5, 2 e Heywood in Fl. Eur. 2). Fondandoci su un preciso studio di Onno, Beih. Bot. Centralbl Abt. B 56: 83-136 (1936) e sulla sistemazione dello stesso in Briq., Prodr. Fl. Cors. 3,1 (1938), che seguiremo fedelm. nella nostra trattazione, abbiamo invece riconosciute due sp., perché ci sembra che in questo modo venga meglio sottolineata la differenza fra il gruppo di razze ± sinantropiche e continentali (
Sp. Daucus carota s.s.), e quelle indubbiamente selvatiche e litorali (
Sp. Daucus gingidium); questa differenza ha grande significato ecologico e verosimilm. anche filogenetico, però la separazione fra
Sp. Daucus carota s.s. e
Sp. Daucus gingidium non è completa e fra le due possono esser osservate in natura popolazioni intermedie.