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Taxa più rappresentati: Graminaceae Trifolium Euphorbia Silene

Sp. Senecio rupestris

Gen. Senecio

Gp. I

Fam. Compositeae

Div. gamopetale
Cla. Dicotiledoni
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F. ascendenti, striati, glabri o con pochi peli distanziati. Fg. a contorno (1-3 X 4-7 cm) lanceolato a oblanceolato (largh. max. generalm. sotto della metà) pennato-partite con 3-4 paia di segm. lanceolati, dentati. Capolini (diam. 1.5-2 cm) in corimbo; peduncoli con brattee numerose e ravvicinate; involucro cilindrico (4X7 mm); squame generalm. con punta nera, le interne (21) di 6-7 mm, le esterne (circa 10) lunghe 2 mm; fi. gialli, i ligulati di 2-3.5 X 10-14mm.

Orof. SE-Europ.
Alpi Or. dalle Giulie alle Grigne, App. dal Piem. alla Cal. : C.

Variab. - La lobatura delle fg. varia come profondità, distanza fra i segm. e larghezza degli stessi, così da potersi individuare una serie quasi ininterrotta da individui a fg. pennatosette divise in lacinie lineari (nelle quali la lamina copre solo una piccola parte dell'area inclusa nel perimetro delle fg.) a individui «normali» (lamina ricoprente ⅔-¾ di quest'area), ed infine alle popolazioni di Sp. Senecio siculus, che hanno lamina ricoprente quasi completam. l'area stessa. Le popolazioni dell'Abr. e Sibillini si differenziano per statura minore, portam. gracile ed elegante, fg. più piccole, più spesso oblanceolate, con lamina divisa in lacinie sottili (2-5 mm); più fortem. differenziate quelle della Cai., con fg. più strette (1-2 X 5-6 cm) con lacinie distanziate, strette, acute, denticolate: var. calabricus (Fiori) Pign. Quest'ultima var. secondo Fiori dovrebbe presentarsi anche in Sic. sulle Madonie, però Strobl, che aveva studiato criticam. la flora di quel territorio, afferma di non aver mai trovato in Sic. individui riferibili a Sp. Senecio rupestris, quindi la questione andrebbe riesaminata. La nomenclatura di Sp. Senecio rupestris e Sp. Senecio aethnensis è complicata. Il S. nebrodensis L. si riferiva indubbiamente a Sp. Senecio siculus, però il typus è pianta della Spagna Merid.: si tratta evidentem. di una delle molte confusioni sopravvenute nell'Erbario di Linneo, probabilm. ad opera di studiosi successivi: comunque il binomio S. nebrodensis non si può più usare per la pianta siciliana. In Fl. Europ. 4: 203 (1976) questo binomio viene applicato alla pianta spagnola, altrimenti nota come S. duriaei Gay, il che potrà essere legittimo da un punto di vista formale, ma è un'indubbia fonte di errori in quanto il binomio è stato usato finora per Sp. Senecio siculus e spesso anche per Sp. Senecio rupestris e addirittura, derivato da una Cineraria nebrodensis Guss. (completam. distinta), anche per Sp. Senecio candidus. Anche il binomio S. squalidus L., finora applicato senza eccezione a Sp. Senecio aethnensis, andrebbe invece riferito a Sp. Senecio rupestris. Per evitare la confusione conseguente a questi scambi tra nomi ben noti e di largo uso, sembra opportuno rinunciare tanto a S. nebrodensis L. che a S. squalidus L.
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