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Taxa più rappresentati: Graminaceae Trifolium Euphorbia Silene

Sp. Vaccinium myrtillus

Gen. Vaccinium

Fam. Ericaceae

Div. gamopetale

Cla. Dicotiledoni
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F. sotterraneo allungato con corteccia rossastra; rami eretti, ± contorti, verdi, angolosi o strettam. alati. Fg. caduche con picciuoli di 1 mm e lamina ovale o ellittica (10-15 x 20-26 mm) acuta, seghettata sul bordo, verde sulle due facce, senza ghiandole. Fi. isolati all'asc. delle fg., penduli; picciuoli 4-7 mm, generalm. arrossati; corolla urceolata (4x5 mm), verdastra e tinta di roseo-vinoso; bacca subsferica (4-6 mm), bluastra, pruinosa.

Circumbor.
Alpi: C; App. Sett. e Centr. fino all'Abr. e Cors. : R.

Nota - Sp. Vaccinium myrtillus è un diploide (2n = 24), che si è diffuso probabilm. in epoca abbastanza recente, su tutte le regioni fredde dell'emisfero boreale, ed è la sola sp. caducifoglia fra le più diffuse ericacee europee. Vive su terreni acidi umificati, che per l'abbondante produzione di fogliame ed il denso intrico di radici tendono ad acidificare sempre più: per questo Sp. Vaccinium myrtillus è sp. gregaria, che nelle foreste d'Abete rosso, nelle brughiere e nei pascoli subalpini tende a formare estesi popolamenti puri o quasi. Il nome volgare «mirtillo» deriva dall'aspetto della fg., che somiglia a quella del Mirto (da cui anche «mortella» usata in Carnia per Sp. Vaccinium myrtillus), esso però è di origine recente e probabilm. erudita («fructus myrtilli» come voce farmaceutica o medica nell'Evo Moderno). I nomi popolari sono ben diversi: nelle Alpi Or. predominano quelli — certo di origine pre-romana — derivati dalla radice «glas», come glasinai (Carnia), giasene (Treviso), glasina (Trento), glastioni (Giudicarie), glascion (reto-romancio), glizù (Brescia), forse collegata alla voce svizzera Grossel ed al francese grosseiller (Ribes rubrum L.); anche nomi come glislùn (reto-ròmancio), gial-vaissa (Gardena) e grisón, grasón (Trevis.) vanno forse qui riferiti. Di origine differente sono scarlaveza (V. Gardena), casarela (Giudicarie), cernicule e mortele (Carnia. Friuli). Sull'App. invece si hanno soprattutto nomi interpretabili come «piccole bacche» e cioè bagole, baccole, baggiole, bécciole, pérchiole. Le bacche del mirtillo nero vengono raccolte in grandi quantità e consumate fresche, più raram. servono per la preparazione di marmellate o sciroppi. Per il naturalista il Mirtillo nero è una pianta simpatica, che spesso ha offerto un gradevole refrigerio durante un'escursione in montagna.

Variab. - Raram. si osservano individui con dimensioni eccezionali, così, ad es., sull'Abetone (App. Sett.) f. di 5-6 dm e fg. fino a 23 X 37 mm, però certam. si tratta solo del risultato di condizioni ecologiche particolarm. favorevoli.
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