Sp. Dianthus balbisii
Gp. Dianthus balbisii
Gen. Dianthus
Fam. Caryophyllaceae
Div. coripetale superovarie a fg. opposte
Cla. Dicotiledoni
F. lassam. cespugliosi alla base, eretti, glabri. Fg. lineari, patenti, con guaina lunga 2-3 volte il diam. del f. Fi. in fascetti 2-6flori all'asc. di 2 brattee poco differenti dalle fg. normali, che. superano in lunghezza i singoli fi.; epicalice con squame costituite da una parte inf. fogliacea, progressivam. attenuata, e da una resta lunga altrettanto ed eguagliale il calice; denti calicini viola-scuro, 2 mm, ad angolo di 60°-90°; tubo verde, raram. violaceo-chiaro; petali con lembo roseo-violaceo.
Centro-Medit.-Mont.
Variab. - Solo la pianta del Carso Triest. sembra corrispondere al tipo della subsp. (b); le popolazioni dell'It. Merid. sono più lussureggianti (f. di 5-7 dm; fg. larghe 5 mm, con 5-9 nervi) e con aspetto di Sp. Dianthus carthusianorum; esse sono state descritte come D. liburnicus var. lucanus Lacaita.
Balbis G. B. (1765-1831), piemontese, botanico a Torino e Lione.
Centro-Medit.-Mont.
Variab. - Solo la pianta del Carso Triest. sembra corrispondere al tipo della subsp. (b); le popolazioni dell'It. Merid. sono più lussureggianti (f. di 5-7 dm; fg. larghe 5 mm, con 5-9 nervi) e con aspetto di Sp. Dianthus carthusianorum; esse sono state descritte come D. liburnicus var. lucanus Lacaita.
Balbis G. B. (1765-1831), piemontese, botanico a Torino e Lione.