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Taxa più rappresentati: Graminaceae Trifolium Euphorbia Silene

Gen. Alchemilla

Fam. Rosaceae

Div. coripetale superovarie a fg. alternate

Cla. Dicotiledoni

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Erbe perenni con rz. legnoso; fg. palmate; fi. in cime contratte glomeruliformi, per lo più 4-meri, giallastri; perianzio calicino, formato da una porzione inf. indivisa (ipanzio) nella quale si inseriscono 4 lacìnie dell'epicalice, al di sopra delle quali vi sono 4 sepali, alternati ad esse; petali assenti; stami 2-4.

La conoscenza del gen. Alehemilla rimase fin quasi alla fine del secolo scorso limitata a grossi gruppi di specie. Si deve alle ricerche del Buser ( 1894 e success.) la precisazione dei caratteri distintivi nell'ambito di questo genere; contemporaneamente Strasburger e Murbeck, in contatto col Buser, dimostravano come la maggioranza delle nostre Alchemilla risultino incapaci di normale riproduzione sessuata: in questo modo veniva fornito al Buser il necessario criterio tassonomico, che lo portava ad interpretare le stirpi da lui distinte come vere e proprie specie. In effetti in Alchemilla il polline non si forma e le antere rimangono abortive; in conseguenza il sacco embrionale si sviluppa per apomissia, senza intervento del gamete maschile. I numeri cromosomici sono molto elevati (96-110, corrispondenti ad un livello circa 12-14ploide. però anche fino a 160 cromosomi e più, cioè più che 20ploide, rispetto al numero base assunto come n = 7 oppure n - 8) e non sembra abbiano alcuna relazione con l'aspetto della pianta. Sorprendente invece è il fatto, che molte specie mantengano un'estrema fissità di caratteri, anche in zone geografiche molto estese (nell'Eurasia o in tutto femisfero boreale). Questa elevata poliploidia e la costanza di caratteri fanno ritenere che l'apomissia sia in Alchemilla un adattamento molto antico. Normalmente sessuale è soltanto una specie: A. pentaphyllea L., che si distingue nettamente da tutte le altre Alchemilla anche per l'aspetto ed il comportamento ecologico, e va certo considerata un ceppo isolato. Formazione di polline fertile è stata riportata anticamente (Strasburger, 1904) anche per A. glacialis Buser ed A. grossidens Buser, ma queste due specie non si distinguono sensibilmente dalle altre, quindi probabilmente anche per esse la riproduzione sessuata rappresenta un fatto sporadico o casuale. Le specie di Buser furono dapprima accettate solo come varietà (ad es., nelle Flore di Ascherson e Graebner e di Hegi); fu merito di W. Rothmaler, in numerosi articoli pubblicati in Feddes Rep. tra il 1934 ed il 1962, di metter in evidenza la coerenza esistente tra le analisi morfologiche del Buser ed i reperti citologici ed embriologici: oggi per le stirpi elementari si ammette il rango di specie anche se, a somiglianza di altri gruppi apomittici (Ranunculus auricomus, Hieracium, Taraxacum), si preferisce indicarle come agamospecie.

Dopo il Buser la conoscenza delle Alchemilla centro- e Sudeuropee ha fatto pochi progressi; vanno citati i lavori di Pawlowski per le Alchemilla carpatiche e le ottime trattazioni (riccamente illustrate) di Hess, Landolt e Hirzel per la Svizzera e di Lippert e Merxmuller per la Baviera. Per la flora italiana disponiamo di notizie ancora incomplete, soprattutto riguardo alle valli alpine meridionali ed all'Appennino; le sole zone indagate esaurientemente sono il Cadore (Pampanini, 1958), Bormiese (Furrer e Longa, 1912), la V. Aosta (Vaccari, 1904) e le A. Marittime (Burnat, 1899), ed esse verranno quindi citate con particolare insistenza. Le notizie da queste zone (come pure quelle pubblicate da Fiori in N. FI. Anal hai. 1: 769-77'1) derivano da revisioni originali del Buser, ed il materiale italiano determinato da quest'Autore si trova in gran parte nell'Herb. Centrale Italicum di Firenze. Per un primo approccio a questo difficilissimo genere potrà essere sufficiente il riconoscimento dei principali gruppi di specie (serie e subserie), che si ottiene con la chiave generale. Un approfondimento fino alla specie elementare (agamospecie) può venire tentato con le chiavi parziali inserite in ciascuna serie e subserie, va comunque effettuato solo con ampio materiale di confronto. Si ripete in questo modo il processo storico che ha permesso l'analisi della variabilità entro il gen. Alchemilla.

La trattazione delle agamospecie è sommaria, in analogia con quanto si è fatto per le specie elementari del gen. Rubus (vedi). Tipi strettamente localizzati sono riportati fuori numerazione e generalmente non entrano nelle chiavi analitiche.

Le raccolte debbono sempre essere abbondanti, perché spesso in uno stesso biotopo possono crescere più specie commiste, a prima vista indistinguibili; analogamente, in un singolo territorio di piccola estensione (una valle, un massiccio montuoso) è facile vivano dozzine di specie.

Le chiavi analitiche sono conformi alla terminologia usata da Walters e Pawlowski in FI. Europ. 2: 48-64 (1968). In particolare come «f.» sono indicate le sole parti erbacee dell'asse principale, dalla base (legnosa) all'inizio dell'inflor.; «fg.», si intendono sempre fg. basali ben sviluppate; «picciuoli» si riferiscono alle stesse fg.; «asse dell'inflor.» sono i f., nella zona fiorale, fino alle ultime ramificazioni; al di sopra delle quali sono indicati come «peduncoli». La profondità dei lobi fogliari è espressa dal rapporto fra le lunghezze delle insenature che li separano ed il raggio della lamina; la porzione inf. delle lacune, priva di denti (quando presente) si indica come «incisione»; il n. dei denti è inteso su un solo lato del lobo mediano, escluso il dente apicale.

Bibl.: Buser R., Neue Denkschr. Schweiz, Ges. Naturw 34- 104-139 (1895); Rothmaler W., Feddes Rep. Beih. 100: 59-93 (1938); id. Feddes Rep. 5: 122-134 (1939); id. 66: 194-234 (1962); Samuelsson G., Acta Phytogeogr. Suec. 16: 1-159 (1943V Lindberg H., Acta Soc. Se. Fenn. 37: 1-172 (1909); Lippert W. und Merxmuller H Ber Bayer. Bot. Ges. 45-47 (1974-1976).

CHIAVE SEMPLIFICATA per le agamospecie più diffuse (soprattutto Alpi Orientali)

1 Lacinie dell'epicalice decisam. più brevi e sottili dei sepali (cfr. fig. a pag. 591)
  2 Piante piccole (5-20 cm), densam. pubescenti-tomentose (series Pubescentes)
   3 F. con peli patenti o rivolti verso l'alto
    4 Fg. senza incisioni o con lobi arrotondati: pascoli subalp. generalm. acidof Sp. Alchemilla glaucescens
    4 Fg. con incisioni
     5 Lobi arrotondati: pascoli subalpini acidof. Sp. Alchemilla cinerea
     5 Lobi troncati: pascoli subalpini acidof. Sp. Alchemilla flabellata
   3 F. con peli rivolti verso il basso
    6 Lobi poco profondi (±¼ della lamina), senza incisioni: ambienti vari (silice) Sp. Alchemilla colorata
    6 Lobi profondi (⅓-½ della lamina), essendovi incisioni evidenti: vallette nivali Sp. Alchemilla helvetica
  2 Piante generalm. maggiori (1-4 dm) con pubescenza variabile o ± glabre (series Vulgares)
   7 F., picciuoli e lamina fogliare (almeno di sotto) pelosi
    8 F. con peli rivolti verso l'alto; fg. con lobi arrotondati e denti irregolari Sp. Alchemilla gracilis
    8 F. con peli patenti o rivolti verso il basso
     9 F. con peli patenti
      10 Fg. glabre di sopra, pelose di sotto; lobi più lunghi che larghi, con denti irregolari Sp. Alchemilla xanthochlora
      10 Fg. pelose di sopra e di sotto
       11 Fg. di sopra con peli sparsi (soprattutto sul bordo e lungo le pieghe), sotto più densam. pelose
        12 Fg. con lobi acuti, più lunghi che larghi, e dentelli molto regolari Sp. Alchemilla acutiloba
        12 Fg. con lobi arrotondati e denti ± irregolari Sp. Alchemilla filicaulis
       11 Fg. abbastanza densam. pelose, sia di sopra che di sotto
        13 Fg. con lobi ± acuti e dentelli molto regolari Sp. Alchemilla monticola
        13 Fg. con lobi arrotondati e denti ± irregolari Sp. Alchemilla crinita
     9 F. con peli inclinati verso il basso (spesso misti a peli patenti)
      14 Fg. con lobi ± acuti e dentelli molto regolari Sp. Alchemilla strigosula
      14 Fg. con lobi arrotondati e denti ± irregolari
       15 Fg. di sopra con peli sparsi, sotto più densam. pelose Sp. Alchemilla subcrenata
       15 Fg. con pelosità poco differente sopra e sotto Sp. Alchemilla crinita
   7 F. glabro, salvo nei due internodi inf.; fg. e picciuoli glabri o poco pelosi
    16 Fg. con denti profondi e irregolari; piante robuste (alte 3-4 dm, lamina diam. 8-10 cm)
     17 Fg. e f. completam. glabri Sp. Alchemilla coriacea
     17 Fg. estive e f. (in basso) sparsam. pelosi Sp. Alchemilla glabra
    16 Fg. con dentelli molto regolari; piante generalm. di 15-25 cm con lamina diam. 4-6 cm
     18 Lobi acuti, profondi, ma senza incisioni Sp. Alchemilla acutidens
     18 Lobi ± troncati, ma separati da incisioni Sp. Alchemilla connivens
1 Lacinie dell'epicalice > sepali, (series Calycinae)
  19 Pianta interam. glabra; f. bassi (5-12 cm); fg. con denti acuti e allungati: vallette nivali su calc. Sp. Alchemilla fissa
  19 Piante ± pelose alla base del f. e picciuoli, generalm. maggiori (1-3 dm)
   20 Fs. con incisioni profonde: bordi di ruscelli Sp. Alchemilla incisa
   20 Incisioni nulle o di 1 mm al max.
    21 Fg. con lobi profondi ⅓ della lamina: sorgenti Sp. Alchemilla venulosa
    21 Fg. con lobi poco profondi
     22 Fg. completam. glabre sulla lamina: pascoli innevati (calc.) Sp. Alchemilla pyrenaica
     22 Fg. pelose almeno sui lobi basali (osservare tutte le fg. basali!): pascoli alpini su silice Sp. Alchemilla fallax
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