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Taxa più rappresentati: Graminaceae Trifolium Euphorbia Silene

Sp. Solanum nigrum

Gen. Solanum

Fam. Solanaceae

Div. gamopetale

Cla. Dicotiledoni
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F. eretto, ascendente, con 2 strie longitudinali. Fg. con picciuolo parzialm. alato (1-3 cm) e lamina asimmetrica, lanceolata a ovata (3-5 X 5-8 cm). Fi. in cime (3-)5-10flore; calice conico 2.5 mm; corolla bianca lunga 6 mm, diam. 7 mm; bacca sferica (6-7 mm) verde e poi nera-lucida.

Cosmop. sinantrop.
In tutto il terr.: CC.

Variab. - Le infl. sono irregolarm. ombrelli-formi oppure allungate e ± racemiformi (S. moschatum Presl.); nel Meridione singoli individui tendono a passare a piante perenni suffruticose, con f. lignificato alla base.  Sp. Solanum nigrum e  Sp. Solanum luteum sono strettamente collegati: il primo è esaploide e deriva per incrocio fra S. luteum Miller (tetraploide) e S. americanum Miller (diploide); quest'ultimo si distingue per le cime ombrelliformi e la corolla minore, è stato segnalato ripetutamente in Europa, ma è dubbio se esista da noi realmente (Edmonds J. M., com. verb.). Per queste e le specie vicine cfr. anche Wessely J., Feddes Rep. 63: 290-321 (1961). Sp. Solanum nigrum e Sp. Solanum luteum vengono generalmente considerate piante velenose; le parti vegetative contengono solo piccole quantità di un alcaloide non identificato. In alcuni casi invece è stata provata la presenza di quantità consistenti di solanina nei frutti, che pertanto risulterebbero tossici; casi di avvelenamento a bambini o animali domestici sono stati descritti. Invece fonti degne di fede (cfr. Hegi, Ill. Fl. Mitteleur. 5.4:2593, 1927) indicano anche le bacche di Sp. Solanum nigrum come commestibili. Forse il problema va spiegato con la variabilità del gruppo.
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