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Taxa più rappresentati: Graminaceae Trifolium Euphorbia Silene

Sp. Salvia officinalis

Gen. Salvia

Fam. Labiateae

Div. gamopetale

Cla. Dicotiledoni
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Pianta grigio-tomentosa con odore arom. (!). F. legnoso alla base, ramificato, con peli patenti. Fg. con picciuolo di 10-15 mm e lamina lanceolata (1 X 2-3 cm), ottusa, crenata sul bordo. Verticillastri 5-10flori, ± unilaterali, l'infer. avvolto da una coppia di fg. bratteati; calice ferrugineo con tubo di 5-7 mm e denti di 4-6 mm; corolla violacea (raram. rosea o sbiancata) con tubo di 10-15 mm e labbro sup. di 7-10 mm.

Nota - Pianta medicinale già nell'antichità celebre e largam. coltivata; il nome ha la stessa radice di «salvare» e da esso deriva il ted. Salbe (unguento medicamentoso). Molto citato il detto della Scuola Salernitana «Cur moriatur homo, cui Salvia crescit in horto?». Per questo è spesso difficile capire se Sp. Salvia officinalis cresca come specie spontanea oppure come residuo di antiche colture. Hedge in Fl. Europ. 3: 189 (1972) addirittura nega l'indigenato di Sp. Salvia officinalis in Italia. Le stazioni del Triestino (da Duino a Contovello) sono invece sicuram. naturali e si ricollegano attraverso l'Istria ed il Quarnero all'areale illirico di Sp. Salvia officinalis; anche le indicazioni dall'It. Merid. sono probabilm. riferite a popolazioni spontanee, mentre per il resto del terr. è verosimile si tratti di piante spontaneizzate.
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