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Taxa più rappresentati: Graminaceae Trifolium Euphorbia Silene

Sp. Arabis alpina

Gen. Arabis

Gp. I

Fam. Crucifereae

Div. coripetale superovarie a fg. alternate
Cla. Dicotiledoni
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Stoloni, in gran parte,sotterranei, striscianti, allungati formanti un tappeto denso; getti sterili terminanti in rosette o rami fogliosi abbreviati; f. fioriferi ascendenti a eretti, semplici o ramosi; pelosità densa per peli peduncolati con (2) 3-5 raggi, mescolati a peli semplici e biforcati allungati. Fg. basali obovato-lanceolate, ristrette in stilo breve, con denti spaziati; pelosità delle fg. data soprattutto dai peli a 3-5 raggi, con pochi peli biforcati e semplici; fg. cauline cordato- o astato-amplessicauli con orecchiette ± arrotondate o acute; lamine ovali-lanceolate con denti acuti o ottusi. Inflor. densa, multiflora; sepali ± densam. tomentosi, raram. glabri, 2.4-7 mm, i laterali saccati; petali bianchi, 5-17 mm, con lembo allargato, obovato; silique fortem. divergenti dall'asse o quasi orizzontali, le maggiori di 1-2.5 X 18-65 mm con nervo med. non o poco evidente; peduncoli maggiori 5-20 mm, generalm. pelosi; semi 0.7-1.2 X 1-1.5 mm, circondati da un'ala stretta (0.1-0.2 mm).

Osserv. - Le due subsp. in individui tipici sono ben distinte e vengono per lo più classificate come sp. indipendenti. La prima è ampiam. distribuita in tutta la zona artica e sulle alte montagne dell'emisfero boreale, penetrando verso Sud fino all'Africa Orient. (M. Kenia); la seconda è invece limitata alle alte montagne circum-medit. In realtà però la distinzione fra le due non è netta e risulta limitata a caratteri quantitativi, così che, soprattutto nell'App. Centr. sono frequenti popolazioni di dubbia attribuzione; questo ci ha indotto a considerarle come appartenenti ad una sp. unica. Il gruppo è comunque assai polimorfo e meriterebbe un'analisi approfondita. Le forme coltivate si originano per lo più dalla subsp. (b); esse sporadicam. sui monti della Pen. risultano spontaneizzate in vicinanza degli abitati (es., Garg. a M. S. Angelo) ed in tal caso è quasi impossibile decidere fino a qual punto si tratti di popolazioni selvatiche ovv. sinantropiche.
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