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Taxa più rappresentati: Graminaceae Trifolium Euphorbia Silene

Sp. Hypericum perforatum

Gen. Hypericum

Fam. Guttiferae

Div. coripetale superovarie a fg. opposte

Cla. Dicotiledoni
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Pianta glabra (!). F. alla base prostrato e lignificato, con rami orizz. afilli e ± arrossati e rami eretti fioriferi, con 2 linee longitud. su lati alterni negli internodi successivi. Fg. lanceolate, cosparse di ghiandole traslucide e con ghiandole scure sul bordo. Corimbi multiflori; brattee strettam. lanceolate 1x5 mm; sepali lesiniformi, interi, acutissimi; petali ellittici (6 X 10-12 mm), spesso asimmetrici, dentellati, con ghiandole scure sul bordo.

Paleotemp. divenuto Subcosmop.
In tutto il terr.: C. - Bibl: cfr. Sp. Hypericum maculatum.

Usi - Questa pianta ha colpito da lungo tempo la fantasia popolare, per le foglie con caratteristico aspetto bucherellato; inoltre strappando i fiori, dai peduncoli sgorga un latice di colore sanguigno. Gli usi medicinali erano molto vari, ma sono oggi abbandonati; da essi derivano i nomi popolari della pianta. Iperico era usato come nome erudito già nel Medio Evo (ed anche nell'antichità, ma forse per piante differenti); da questo derivano nomi come Perico, Pelico, Imperico, Impeja, Pirico, Piricoccu; dalle fg. di aspetto perforato: Perforata, Preforata, Perfuratura, Trafurella; forse da questo aspetto perforato (dai fulmini?) è derivata la credenza che quest'erba protegga dalle folgori e più in generale dai diavoli (e di qui nomi come Cacciadiavoli, Scacciadiavoli, Scacciademonio, Fugademonio), e l'uso di raccoglierla il giorno di S. Giovanni (24 giugno) e farne mazzetti da appendere sulla porta di casa come protezione dai diavoli; di qui il nome Erba di S. Giovanni, il più diffuso in tutt'Italia, dalla Liguria alla Sicilia ed anche fuori d'Italia, in Germania, Francia ed Inghilterra.
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