Sp. Acinos alpinus
Gen. Acinos
Fam. Labiateae
Div. gamopetale
Cla. Dicotiledoni
F. legnoso alla base, prostrato, con rami ascendenti in generale pelosi su facce alterne; peli patenti o ± inclinati 0.3-1.0 mm. Fg. con picciuolo di 1.3 mm e lamine ellittiche, oblanceolato-spatolate o subrotonde (2-10 X 5-15 mm), dentellate e spesso revolute sul bordo. Verticillastri 3-8 flori all'asc. di fg. normali; calice con tubo di 4-6 mm, rigonfio alla base e quindi strozzato, irto per densi peli diritti, patenti, lunghi 0.6-0.8 mm; labbro sup. con denti di 1-2 mm; labbro inf. 1.5-3 mm; corolla violetta, con tubo conico pubescente, di 10-13 mm e labbro sup. bilobo (5x3 mm), labbro inf. profondam. 3 lobo (10 X 8 mm).
Nota - Specie strettamente legata ai substrati calcarei, che sulle Alpi si presenta soprattutto nella formazione a Sesleria (Seslerio-Semperviretum), in generale impiantandosi nelle piccole tasche d'erosione, su terreno abbastanza sciolto e ricco in pietrisco, in condizioni di ridotta concorrenza da parte delle specie più propriamente prative. Sull'Appennino essa invece tende a colonizzare ambienti privi di vegetazione, tanto nell'ambito del seslerieto, quanto in ambiente pioniero, su ghiaie consolidate, greti e pendii franosi. Probabilmente queste differenze di ecologia sono in relazione con l'elevata variabilità della specie (v. oltre Variab.).
Variab. - La pelosità è diversa sul f. e sui calici, inoltre può presentare piccole differenze (talora i peli tendono a incurvarsi, sul f. essi sono ± abbondanti, così pure sulle fg.); anche il portamento può essere più o meno prostrato. Le fg. sono variabili come rapporto lungh./largh., acutezza e profondità dei denti, punta acuta, ottusa o arrotondata. Sono state descritte numerose entità, che tuttavia non ci sembrano rappresentare che semplici forme o varietà Calamintha nebrodensis Kerner et Strobl; C. alpina var. sardoa Asch. et Levier; C. pseudacinos (Lacaita); C. patavina (L.) Host è stata segnalata in vari punti della Pen., dal Moden. al Pollino: andrebbe riferita a Acinos alpinus subsp. majoranifolius (Miller) P. W. Ball, pianta balcanica, che da noi probabilm. manca. Spesso si incontrano popolazioni di aspetto intermedio fra Sp. Acinos alpinus e Sp. Acinos granatensis o 3217.
Su Sp. Acinos alpinus e Sp. Acinos granatensis cfr. Pignatti S., Giorn. Bot. It 111: 50-52(1977).
Hegi Ill. Fl. Mitteleur. 5.4:2301, 1927) osserva che accanto a fi. normali si presentano pure fi. a corolla ridotta, femminili, ed ancora altri a corolla di dimensioni generalmente maggiori della media che risultano ermafroditi proterandrici. Questi ultimi possono venire fecondati anche da farfalle, mentre in generale i fi. di Sp. Acinos alpinus-3217 sono impollinati da Apidi e da singoli Bombilidi. Queste caratteristiche andrebbero verificate anche su materiale di provenienza italiana.
Nota - Specie strettamente legata ai substrati calcarei, che sulle Alpi si presenta soprattutto nella formazione a Sesleria (Seslerio-Semperviretum), in generale impiantandosi nelle piccole tasche d'erosione, su terreno abbastanza sciolto e ricco in pietrisco, in condizioni di ridotta concorrenza da parte delle specie più propriamente prative. Sull'Appennino essa invece tende a colonizzare ambienti privi di vegetazione, tanto nell'ambito del seslerieto, quanto in ambiente pioniero, su ghiaie consolidate, greti e pendii franosi. Probabilmente queste differenze di ecologia sono in relazione con l'elevata variabilità della specie (v. oltre Variab.).
Variab. - La pelosità è diversa sul f. e sui calici, inoltre può presentare piccole differenze (talora i peli tendono a incurvarsi, sul f. essi sono ± abbondanti, così pure sulle fg.); anche il portamento può essere più o meno prostrato. Le fg. sono variabili come rapporto lungh./largh., acutezza e profondità dei denti, punta acuta, ottusa o arrotondata. Sono state descritte numerose entità, che tuttavia non ci sembrano rappresentare che semplici forme o varietà Calamintha nebrodensis Kerner et Strobl; C. alpina var. sardoa Asch. et Levier; C. pseudacinos (Lacaita); C. patavina (L.) Host è stata segnalata in vari punti della Pen., dal Moden. al Pollino: andrebbe riferita a Acinos alpinus subsp. majoranifolius (Miller) P. W. Ball, pianta balcanica, che da noi probabilm. manca. Spesso si incontrano popolazioni di aspetto intermedio fra Sp. Acinos alpinus e Sp. Acinos granatensis o 3217.
Su Sp. Acinos alpinus e Sp. Acinos granatensis cfr. Pignatti S., Giorn. Bot. It 111: 50-52(1977).
Hegi Ill. Fl. Mitteleur. 5.4:2301, 1927) osserva che accanto a fi. normali si presentano pure fi. a corolla ridotta, femminili, ed ancora altri a corolla di dimensioni generalmente maggiori della media che risultano ermafroditi proterandrici. Questi ultimi possono venire fecondati anche da farfalle, mentre in generale i fi. di Sp. Acinos alpinus-3217 sono impollinati da Apidi e da singoli Bombilidi. Queste caratteristiche andrebbero verificate anche su materiale di provenienza italiana.