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Taxa più rappresentati: Graminaceae Trifolium Euphorbia Silene

Gp. Leucanthemum vulgare

Gen. Leucanthemum

Gp. I

Fam. Compositeae

Div. gamopetale
Cla. Dicotiledoni
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Nelle specie di questo gruppo i caratteri macroscopici sembrano variare indipendentemente e secondò gradazioni continue per cui è problematico individuare solo mediante essi le entità costituenti. Il trattamento tassonomico si avvale quindi notevolmente del numero cromosomico. Il numero cromosomico rivela nell'ambito del gruppo ben sei livelli di ploidia (2x, 4x, 6x, 8x, 10x e 12x) e quindi barriere riproduttive che delimitano le specie. È stato inoltre osservato che nel gruppo alcuni caratteri macroscopici sono passabilmente correlati al numero cromosomico (conformazione delle fg., dimensione degli acheni, etc.) e che quindi ne è possibile l'utilizzazione pratica. Certamente molti dei problemi iniziali permangono specialm. nell'ambito di ciascun livello di ploidia, ma in forma semplificata. Le specie diploidi presentano 2n = 18, i successivi livelli di ploidia hanno 2n = 36, 54, 72, 90, 108; sono note anche popolazioni triploidi e pentaploidi.
Favarger nel 1959 ha cominciato ad impiegare su vasta scala il metodo cromosomico (oltre a quello fitogeografico) nell'analisi tassonomica del gruppo L. vulgare. Successivamente il metodo è stato adottato da altri per cui oggi il gruppo è citotassonomicamente conosciuto oltre che in Svizzera, in Jugoslavia, Austria, Cecoslovacchia, Polonia ed Italia. Per quanto riguarda una impostazione tassonomica di tipo classico è necessario citare la parte riguardante il gruppo in Briquet & Cavillier tuttora esemplare e miniera di osservazioni e di informazioni. - Bibl.: Briquet J. et Cavillier F. in Burnat E., FI. Alp. Marit. 6: 79-117 (1917); Horvatic S„ Ada Boi. Croat. 22: 203-218 (1963); Polatschek A., Oesterr. Boi. Z. 113: 119-147 (1966); Villard M., Bull. Soc. Bot. Suisse 80: 96-188 (1970); Marchi P. e Illuminati O., Annali di Bot. 23: 167-187 (1974).
AVVERTENZE PER LA DETERMINAZIONE - Per le specie di questo gruppo nessun criterio morfologico è assolutam. costante, i criteri di maggior affidamento sono comunque quelli dati dalla conformazione delle fg. È opportuno quindi raccogliere più di un esemplare per stazione, disporre di diversi stadi di maturazione ed essiccare gli esemplari in modo da conservare il profilo fogliare. Nella terminologia impiegata «fusto monocefalo» equivale a f. non ramificato con un solo capolino terminale. Per definire la profondità delle incisioni lungo il margine fogliare quando queste sono ± perpendicolari all'asse della fg., vengono adottati (nelle precisazioni di COSTE) i termini pennato-lobato, pennatifido, pennatopartito e pennatosetto. Cioè la fg. è pennato-lobata se le incisure non superano il quarto della largh. fogliare, mentre è detta pennatifida quando vi giungono, quando invece superano il quarto, pur senza arrivare in prossimità della nervatura med., è detta pennatopartita ed infine, quando le incisure arrivano molto prossime alla nervatura, pur non interrompendo neces-sariam. il parenchima, la fg. è definita pennatosetta.
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