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Taxa più rappresentati: Graminaceae Trifolium Euphorbia Silene

Gp. Vicia sativa

Gen. Vicia

Gp. Leguminosae IV

Fam. Leguminosae

Div. coripetale superovarie a fg. alternate
Cla. Dicotiledoni
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La classificazione di questo gr. è controversa: già Linneo vi riconobbe parecchie sp. che in individui «tipici» sono ben individuabili, però la successiva scoperta di frequenti intermedi, spesso di provata origine ibrida, ha indotto molti AA. recenti a considerare tutto il gr. come una sola sp. altam. polimorfa. Si confrontano così due opinioni e. cioè, (a) una sp. con 3-6 sottosp. (Rouy, Asch. et Gr., Hegi, Ball in FI. Europ.) oppure (b) 3-6 sp. molto affini fra loro (Nyman, Komarov); meno felice appare la soluzione scelta da Fiori (una sp. con 15 var.). per la riduzione ad un unico livello tassonomico di entità con valore specifico o sottospecifico (es. var. nemoralis Pers.). La recente indagine citosistematica di Mettin e Hanelt. Die Kuhur-pflanze 12: 163 (1964), pur chiarendo nelle linee generali i rapporti fra le singole entità, non fornisce elementi decisivi per una scelta nell'uno o nell'altro senso. Questi AA. si pronunciano per l'interpretazione del gr. come costituito da 6 sp. indipendenti, ciascuna tipizzabile come morfologia e corologia, con un proprio cariotipo, e separata da sterilità più o meno elevata (mai completa!) rispetto alle altre. Quest'opinione, benché autorevolissima, non ci sembra tuttavia completam. accettabile per lo stretto rapporto filogenetico fra le subsp. (a) e (b), la prima delle quali verosimilm. non esisterebbe senza l'opera dell'uomo: trattandosi di un prodotto artificiale, reibridabile con la presunta forma originale, essa appare meglio sistemata come subsp., il che d'altronde impone un analogo trattam. anche per altre entità del gruppo.
Il gr. presenta solo cariotipi diploidi; come primitivo viene ammesso (Mettin e Hanelt) 2n = 14, ancora conservato in Sp. Vicia amphicarpa e Sp. Vicia pimpinelloides. Da questo si sarebbe differenziata una serie con 2n = 12 con la subsp. (b), spontanea in ambienti naturali, dalla quale si può presumere derivata la subsp. (a), coltivata o subspontanea in ambienti creati dall'uomo; terzo tipo con 2n = 10 è dato dalla subsp. (c); la posizione della subsp. (e) non è nota.
La domesticazione ha inizio con (d), già nota per i sepolcreti neolitici. La formazione di (a) come vera e propria pianta coltivata avviene probabilm. nel bacino Mediterraneo, forse in It., ed è già compiuta in epoca romana. Altre subsp. sono coltivate sporadicamente.

F. ascendenti generalm. con peli appressati. Fg. (4-7 cm) con 10-14 (8-16) segm. obcuneati o quasi lineari (5-6 X 10-13, raram. 1 X 12 mm), mucronati, all'apice generalm. tronchi o retusi; cirro ramoso; stipole dentate, generalm. con una chiazza scura. Fi. isolati ovv. a 2(-4), subsessili all'ascella delle fg. sup.; calice con fauce perpendicolare all'asse e denti subeguali; corolla purpureo-violacea; legume da bruno a nero, glabro o ± pubescente; semi 6-12 con ilo occupante ⅙-⅕ della circonferenza.

Fa eccezione una rara forma di Sp. Vicia sativa (b) che possiede f. fioriferi sotterranei: essa può venire distinta mediante la corolla lunga 18 mm al max. da Sp. Vicia pimpinelloides, che ha corolla lunga 22-25 mm.
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